Convegni e Congressi di Claudio Zarotti

Erosione del suolo, convegni sui Prati Armati.

Erosione del suolo è la progressiva rimozione dalla superficie del suolo di strati di terreno, attraverso distacco e trasporto di singole particelle ad opera di vari agenti fisici quali acqua, vento, ghiaccio, etc.

L’Italia è certamente uno dei paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, con 620.808 frane (area di circa 23.700 km2, pari al 7,9% del territorio nazionale).

Tali dati derivano dall’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome secondo modalità standardizzate e condivise.

L’Inventario IFFI è la banca dati sulle frane più completa e di dettaglio esistente in Italia, per la scala della cartografia adottata (1:10.000) e per il numero di parametri ad esse associati (http://www.progettoiffi.isprambiente.it).

Ogni anno sono qualche centinaia gli eventi principali di frana sul territorio nazionale che causano vittime, feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture.

Figura: Densità di frane (area in frana/area cella) su maglia di lato 1 km; Fonte: Rapporto ISPRA, 287/2018

Mosaicatura della pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico

L’ISPRA, al fine di ottenere una mappa della pericolosità da frana sull’intero territorio nazionale, realizza la mosaicatura delle aree a pericolosità dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), mediante l’armonizzazione delle legende in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA.I PAI, redatti dalle Autorità di Bacino (ora Autorità di Bacino Distrettuali) hanno definito vincoli e regolamentazioni d’uso del territorio nelle aree a pericolosità da frana e costituiscono quindi uno strumento fondamentale per una corretta pianificazione territoriale.

La superficie complessiva delle aree a pericolosità da frana PAI e delle aree di attenzione in Italia è pari a 59.981 km2 (19,9% del territorio nazionale) (Mosaicatura v. 3.0 – Dicembre 2017). Se prendiamo in considerazione le classi a maggiore pericolosità (elevata P3 e molto elevata P4), assoggettate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi, le aree ammontano a 25.410 km2, pari all’8,4% del territorio nazionale (Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio. Edizione 2018. ISPRA, Rapporti 287/2018).

Figura: Aree a pericolosità da frana PAI; Fonte: Rapporto ISPRA, 287/2018
INSTABILITA’ DEI PENDII ED EFFETTI DELLA VEGETAZIONE NELLA PROTEZIONE DEL TERRENO DALL’EROSIONE

Palermo, 5 giugno 2019

Scuola Politecnica, Aula Giuseppe Capitò Viale delle Scienze, ed. 7

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SEMINARIO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale

Napoli 21 maggio 2019 ore 9:00

Effetti della vegetazione erbacea nella protezione del terreno dall’erosione

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SEMINARIO

erosione

“L’integrazione e la sinergia fra manufatti geotecnici

e piante a radicazione profonda, sottile, resistente,

nella prevenzione del dissesto idrogeologico,

con contemporanea riduzione dei costi di manutenzione”.

Presso ANAS

Coordinamento Territoriale Tirrenica

Area compartimentale Lazio

Viale Bruno Rizzieri, 142 – 00173 Roma

ROMA 20 maggio 2019 ore 9:00

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L’erosione è una fase importante del processo sedimentario e consiste nella separazione fisica, da suoli e rocce affioranti, e successivamente l’allontanamento di frammenti, chiamati clasti, e di soluti generati dalla precedente e/o contemporanea fase di degradazione meteorica. Pertanto, il termine viene applicato non solo al processo fisico-chimico in se, ma anche agli effetti che l’erosione produce sul territorio.

Si usa distinguere l’erosione in “senso stretto”, un processo che muove piccole quantità di materia ma in modo costante nel tempo, dai movimenti di massa, come frane e smottamenti, che invece smuovono grandi quantità di materiale in pochissimo tempo, ma sono discontinui.

L’erosione, inoltre, espone il terreno a fenomeni franosi dovuti all’indisciplina delle acque piovane di scorrimento e può dunque essere la causa di un aumentato rischio idrogeologico su di un territorio in caso di fenomeni precipitativi intensi, quali alluvioni, o anche di situazioni di conclamato dissesto idrogeologico.

Le opere di stabilizzazione tendono a ridurre se non eliminare la possibilità di franamento e di erosione.

Il dissesto idrogeologico è l’insieme dei processi morfologici che hanno un’azione fortemente distruttiva in termini di degradazione del suolo e in secondo luogo nei confronti dei manufatti. Esso comprende, per esempio, tutti quei processi, a partire dall’erosione superficiale e sotto la superficie, fino agli eventi più catastrofici quali frane e alluvioni.

In conclusione, la tecnica dei Prati Armati, soprattutto con tutti i problemi di dissesto idrogeologico, consente di prevenire questi fenomeni naturali.